Marialuisa Gingilli al Romance Book Party: l’intervista
Al Romance Book Party ci sarà anche Marialuisa Gingilli! Il 1 giugno 2025 l’autrice sarà a Napoli, al primo Festival del Romance del Sud Italia, per incontrare i lettori e presentare i suoi romanzi.
Intanto possiamo conoscerla meglio attraverso quest’intervista esclusiva!
Due chiacchiere con Marialuisa Gingilli
Ciao Marialuisa, raccontaci di te!
Sono Mary e ho quarant’anni. Romana di nascita, vivo da circa diciotto anni nella splendida cornice dei Castelli Romani.
Credo nell’amicizia, mi affeziono facilmente alle persone e questo spesso mi si ritorce contro. Sono sensibile, permalosa e testarda. Impiegata amministrativa per pagare il mutuo di casa, sogno di poter vivere solo grazie alla scrittura, di ritrovarmi ad affollatissimi firmacopie dei miei romanzi e che prima o poi Prime o Netflix bussino alla mia porta. Sogno in grande, ma sono convinta che i sogni non siano fatti per essere chiusi in un cassetto. Nella vita ho imparato che l’unico modo per andare avanti, spesso, è lanciarsi a capofitto nelle situazioni, e che se credi davvero nei tuoi sogni, allora tutto l’universo si adopererà affinché si realizzino.
Ho realizzato moltissimi dei miei sogni, primo fra tutti quello di riuscire a ritagliarmi sempre dello spazio per la scrittura. E poi ci sono state le fiere, gli abbracci con le mie lettrici, le loro parole di affetto e di incoraggiamento. Insomma, non posso davvero lamentarmi.
La scrittura e i romanzi
Come definiresti la tua scrittura?
Parlare di me come autrice mi mette in difficoltà, quindi userò le parole delle mie lettrici, che definiscono il mio stile poetico, accurato, scorrevole. Ho la capacità di dare concretezza ai paesaggi che fanno da sfondo alle mie storie e tridimensionalità ai miei personaggi e i miei romanzi sembrano degli spaccati di vita reale. La scrittura è il mezzo con cui riesco a essere davvero me stessa, a spogliarmi delle etichette con cui ogni giorno vengo definita. È la mia linfa vitale e senza finirei con lo spegnermi del tutto, come ho sperimentato nel periodo più buio della mia vita.
Cosa ti piace scrivere?
Il mio genere è sicuramente il contemporary romance. Non mi piace classificare i romanzi in base ai trope, ma direi che amo i social gap, i second chance e l’age gap. Nei miei romanzi ho affrontato anche il triangle love e l’hate to love.
Per i miei romanzi, però, non parto mai da un trope specifico. A “parlare” è la storia dei miei protagonisti. I temi di cui scrivo sono sempre molto delicati. Sono storie di donne forti che non basano la loro esistenza sull’amore e sull’uomo da avere accanto, perché penso che l’altra persona non dovrebbe essere la parte di cerchio che chiude il nostro, ma un cerchio completo che si incastra con un altro cerchio completo.
Per il resto, lascio che sia la vita a ispirarmi: parlo di violenza psicologica, spesso in famiglia, di dipendenze, di disturbi alimentari e attacchi d’ansia, E di riscatto. Affronto queste tematiche con delicatezza e senza diventare “pesante”, Sarà una risata a salvare il mondo, quindi mi fisso sempre l’obiettivo di strapparne più d’una, anche se nel frattempo faccio versare qualche lacrima.
Marialuisa Gingilli: come ho iniziato
Parlaci dei tuoi esordi!
Ho sempre avuto, dentro di me, una vocina che mi diceva di provarci, ma temevo di non esserne capace. Un giorno, sul gruppo di un’autrice che seguivo — che oggi è una delle mie migliori amiche — ho partecipato a un gioco: scrivere un estratto partendo da una parola. Quella parola ha svegliato Margherita e Alessandro, protagonisti del mio romanzo d’esordio, Solo per me. Ho scritto anche lo spin-off, L’immagine di Noi, e il sequel, Non te l’ho mai detto. E questo insieme al primo, mi ha regalato due contratti editoriali che mi hanno permesso di lavorare per cinque anni con professionisti del settore da cui ho imparato tanto.
Perché scrivi?
Perché senza la scrittura non potrei vivere. Per anni non ha fatto parte della mia vita, ma poi mi ha travolta come un fiume in piena. Da ragazzina avevo tanti sogni, primo fra tutti quello di diventare giornalista. Poi la vita ha cambiato i miei piani. Mi sono impegnata nel lavoro, ho trovato l’uomo giusto, mi sono sposata e ho avuto una figlia. Ho sottoscritto un mutuo trentennale e preso un cane. Non che non fossi felice, ma sentivo che mancava qualcosa nella mia vita.
Scrivere mi ha riconnessa con me stessa. C’è stato un momento in cui ho pensato di smettere. Per vari motivi non avevo testa e cuore per mettermi al pc. Tuttavia mi stavo spegnendo poco a poco. Per fortuna ho capito che dovevo riprendere in mano quella parte della mia vita e che non potevo rinunciare davvero a questa passione.
Per questo vorrei che alle mie lettrici arrivasse questo messaggio: “Sognate in grande, lanciatevi nel vuoto e mandate al diavolo chi vi dice che non potete farcela, che non ne siete in grado”.
I progetti futuri
Quali sono i tuoi libri preferiti?
Ho iniziato a leggere alle medie. I primi romanzi erano tutti di carattere storico, sull’Antico Egitto, soprattutto. Poi ho scoperto i grandi classici, innamorandomi di Tolstoj e Dostoevskij. Jane Austen ed Emily Bronte mi hanno fatto sospirare, ma anche arrabbiare, mentre Alexandre Dumas mi ha rapita. E, infine, mi sono avvicinata ai romance, quasi per caso, prendendo in libreria uno dei romanzi di Anna Premoli. Oggi leggo romance, thriller e ovviamente i classici. E per quanto riguarda il romance, per me la regina è Colleen Hoover.
Cosa stai scrivendo adesso?
Il mese scorso è uscito il mio volume della Royal Series, una serie di sei romanzi autoconclusivi legati tra loro da una sottotrama suspense, scritta con Alessia D’Ambrosio, Paola Garbarino, Martina Pirone, Elvereth Ahn, Deborah P. Cumberbatch e Melissa Pratelli. Poi ho iniziato la stesura di un nuovo contemporary ambientato a New York, che nasce da uno dei racconti pubblicati nel 2019 in Se fosse Amore?. Una storia che ho tenuto nel cassetto aspettando il momento giusto per riprenderla. Infine ci sarebbero gli ultimi spin off della Under the Irish Sky, la mia serie d’esordio, e un paranormal/hystorical. Non mettiamo limiti alla provvidenza, però, perché non si sa mai cosa potrebbe saltare fuori dall’oggi al domani.
Photo Credit: Marialuisa Gingilli on Instagram